Tanti odiano il proprio lavoro avendo un rapporto con lo stesso perfino patologico. Benefici della psicoterapia

Dire “odio il mio lavoro” è una frase forte che spesso racchiude molta frustrazione, stress o insoddisfazione profonda. In psicoterapia, un intervento su questo tema può aiutare a esplorare e comprendere le ragioni di questo vissuto, per poi passare a un’elaborazione e a eventuali strategie di cambiamento. Ecco una traccia possibile di intervento in psicoterapia.
Esplorazione del vissuto emotivo
Obiettivo: dare spazio alle emozioni legate al lavoro.
Domande utili:
“Cosa significa per te dire che odi il tuo lavoro?”
“Quali emozioni provi più spesso quando pensi al lavoro o ci vai?”
“Ci sono momenti della giornata o attività specifiche che accentuano questo vissuto?”
Analisi dei fattori di insoddisfazione
Obiettivo: Distinguere tra elementi oggettivi (es. condizioni lavorative) e soggettivi (es. aspettative, valori).
Di seguito possibili approcci. 

Analisi delle fonti di stress (burnout, mobbing, scarso riconoscimento).
Mismatch tra lavoro svolto e bisogni personali (valori, identità, aspirazioni).
Eventuali conflitti relazionali o organizzativi.
Lavoro sull’identità e sui significati.

Obiettivo: capire quanto il lavoro è legato all’identità della persona. Un percorso che consente di esplorare quanto segue.
Quali erano le aspettative iniziali verso quel lavoro?
Come si vede la persona nel ruolo professionale?
Che significato ha il lavoro nella sua vita?
Attivazione di risorse e valutazione di alternative
Obiettivo: Potenziare la capacità di scelta e di cambiamento.
Tecniche.

Costruzione di scenari alternativi.
Valutazione realistica di un possibile cambiamento lavorativo.
Incremento della tolleranza alla frustrazione se il cambiamento non è immediato.
Supporto alla decisione e accompagnamento
Sostenere l’utente nell’esplorare due tipi di cambiamenti. 
Cambiamenti interni (atteggiamenti, prospettiva).
Cambiamenti esterni (formazione, ricerca attiva di lavoro, cambio azienda).

Dottoressa Ester Di Rosa