Risalire ai patrimoni degli storici ras della Nuova Famiglia nel vesuviano. Parenti e insospettabili colletti bianchi gestirebbero vere e proprie fortune riciclate ad arte
- Maggio 2, 2025
- dalla Redazione
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Quarta pagina
Per combattere con successo il crimine organizzato sarebbe necessario risalire ai patrimoni dei boss che costituivano il gotha della Nuova Famiglia. Oggi parenti e insospettabili colletti bianchi ad essi legati gestirebbero cifre enormi riciclate ad arte in attività legali. Parliamo di personaggi criminali del calibro di Luigi Giuliano (collaboratore di giustizia da anni),
Michele Zaza (deceduto),
Luigi Vollaro (deceduto),
Michele D’Alessandro (deceduto),
Carmine Alfieri e Pasquale Galasso (entrambi da anni collaboratori di giustizia),
Mario Fabbrocino (deceduto),
Ferdinando Cesarano (detenuto),
Valentino Gionta (detenuto).
Camorristi che vantavano e in alcuni casi vanterebbero ancora oggi agganci nelle istituzioni ad ogni livello. Per non parlare del mondo politico che per decenni ha beneficiato dei pacchetti voti offerti dai clan in cambio di appalti e corsie preferenziali nell’espletamento di complessi iter burocratici legati alla creazione di grosse società. D’altronde è ben noto a tutti come nel vesuviano le elezioni amministrative locali si decidano sovente al ristorante, dove tra pietanze succulente e fiumi di vino si dividono incarichi e poltrone all’interno dei rispettivi enti. Ecco come ci si trova al cospetto di giovanissimi professionisti e imprenditori che muovono ingenti capitali con disarmante tranquillità. Fatta eccezione per i talenti puri e i geni della finanza, generalizzare non è mai stato nostro costume, sarebbe veramente giunto il omento di smascherare prestanome ed eredi delle fortune “made in camorra”. In caso contrario i risultati nella lotta all’illegalità saranno sempre modesti con tutte le conseguenze del caso sugli onesti contribuenti.
Alfonso Maria Liguori
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