Burnout: fenomeno in pericolosa crescita tra i lavoratori dipendenti. Con burnout o sindrome di burnout si intende l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori  che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali. La sindrome di burnout è una reazione difensiva, dinamica e in continua evoluzione che si instaura quando nei gruppi di lavoro, così come nel singolo operatore, le richieste dell'ambiente lavorativo sovraccaricano i soggetti coinvolti. Le tre dimensioni che affettano questa sindrome sono l'esaurimento emozionale, la depersonalizzazione (visto come distanza mentale dal proprio lavoro) e la realizzazione personale.  Questo fenomeno potrebbe essere la concausa delle aggressioni verbali e fisiche registrate in Aziende  di Napoli e della provincia negli ultimi tempi da parte di operatori  nei confronti dei responsabili. i sintomi del burnout  comprendono:

  • Difficoltà di concentrazione
  • Bassa stima di sé
  • Senso di colpa, fallimento, rabbia e risentimento
  • Agitazione, irritabilità e nervosismo
  • Infelicità
  • Pianto frequente
  • Indecisione
  • Mancanza di attenzione

Il dipendente che si venisse a trovare in tale delicata situazione può adottare, a livello personale, una serie di azioni finalizzate ad annullare o quanto meno ridimenzionare l'odioso fenomeno: 

  • porsi degli obiettivi realistici.
  • variare la routine.
  • fare delle pause.
  • prevenire il coinvolgimento eccessivo nei problemi.
  • favorire il benessere psicologico e bilanciare frustrazione e gratificazione.
  • applicare tecniche di rilassamento fisico e mentale

 

 

Un tema preoccupante, troppo spesso sottovalutato, quando non ignorato, dalle Aziende che si trovano poi ad intervenire quando gli avvenimenti hanno già valicato il confine del "contenibile". In merito esiste un particolare riferimento legislativo, Lgs. 81/2008: all'art. 28, comma 1, è stabilito, infatti, l'obbligo da parte del datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, tenendo in considerazione anche quelli inerenti allo stress lavoro-correlato secondo i contenuti dell'Accordo europeo dell'9 ottobre 2004. Determinate appare l'elemento preventivo all'interno delle realtà produttive. La prevenzione primaria mira fronteggiare lo stress cambiando elementi nel modo in cui il lavoro è organizzato e gestito; la prevenzione secondaria tende a sviluppare le capacità individuali di gestione dello stress mediante una formazione specifica. E' anche importante considerare  il danno social che il burnout  sovente provoca. Pensiamo a chi svolge ruoli assistenziali e di supporto in ambito sanitario ed è a contatto con pazienti con patologie gravi come i malati oncologici, per i quali è richiesta una particolare attenzione e cura. Le conseguenze per il lavoratore esasperato da un'atmosfera operativa pressante  possono  essere molto serie e, se il problema non viene affrontato, è facile che si incorra in soluzioni risolutorie più facilmente accessibili che creino un'illusoria condizione di benessere nel soggetto, come l’abuso di alcol, sostanze stupefacenti, psicofarmaci,  ludopatia. Percorsi scellerati desinati inevitabilmente a peggiorare la situazione.

Alfonso Maria Liguori

 

 

 

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