In una donna dove finisce la sensualità ed inizia la volgarità? Il borderline è spesso veramente sottile. Il raggiungimento di un risultato ottimale in una foto  è estremamente complesso: rilevante il ruolo del fotografo, determinante la scelta dei soggetti che devono saper comunicare all'osservatore il messaggio che si vuol lanciare, la concretezza di uno scatto che può alludere alla pubblicità di un capo d'abbigliamento, d'intimo o semplicemente ad una particolare acconciatura dei capelli. Il discorso si complica quando varchiamo la soglia del "vestito" per addentrarci nel campo del "nature": qui entrano in ballo una serie di fattori, dalle forme della modella alla finalità delle foto che devono in ogni caso valorizzare il lato artistico di chi si trova dall'altra parte dell'obiettivo. Pensiamo ai nudi classici, alla perfezione dei lineamenti, alle rappresentazioni avvolte dalla penombra di un tramonto o confuse dalla schiuma delle onde. Vera e propria poesia per gli occhi, apoteosi della femminilità nell'accezione piu' alta del termine. C'è poi il filone cosiddetto "commerciale", calendari a basso costo di realizzazione e campagne pubblicitarie per anonime case d'intimo che puntano nella stragrande maggioranza dei casi ad un impatto visivo forte, immediato, sovente eccessivo. Ed ecco che si ricorre a trucchi ormai ampiamente inflazionati, reggiseni ai limiti della tolleranza, autoreggenti con pizzi marcatamente rifiniti che richiamano l'attenzione su specifici particolari anatomici della donna ritratta.

Per carità, ognuno può farsi ritrarre come vuole ed attribuire alle proprie immagini un determinato  significato. Tuttavia in un'ampia gamma di casi ci si allontana nettamente dall'espressione artistica per scadere in una grossolana quanto pacchiana ostentazione delle forme. Chi ha saputo giocare bene in tal senso è il noto regista Tinto Brass, abile a cogliere la morbosità ed il desiderio di trasgressione che caratterizza, in modo piu' o meno velato, una vasta fascia della popolazione. Una sorta di "vetrina naturale", di passerella sulla quale far sfilare donne di ogni tipologia per stuzzicare la fantasia di chi le osserva, a prescindere dal ceto sociale di appartenenza. Quanto dovremmo imparare dalla civiltà classica, quanto lontani siamo dal concetto di bello assoluto che ha fortemente caratterizzato la cultura ellenica. Ecco perché sarebbe opportuno rivolgersi, per la realizzazione di book fotografici, sempre e solo a veri professionisti capaci di valorizzare adeguatamente il soggetto senza ricorrere a stratagemmi  arcani che nella stragrande maggioranza dei casi finiscono solo con l'involgarirlo.

 

Alfonso Maria Liguori

 

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