Sono pentito. Questa la risposta di Antonio alla mia domanda “ Da dove vuole cominciare?” La sua è una storia difficile, grave, forse imperdonabile. 46 anni appena compiuti,10 di matrimonio. Sette e cinque gli anni dei suoi figli e 3 quelli di carcere. Scontati per gravi violenze domestiche. Perché picchiava sua moglie?

"Perché ero convinto di educarla, di insegnarle la cosa giusta da fare. Ma so che sbagliavo, soprattutto il modo. Picchiare non può ritenersi un modo, è violenza".

Perchè pensava che il suo compito era educare una persona con la sua stessa età?

"Perché credevo di essere meglio di lei. Per me non ne faceva mai una giusta , non capiva come volevo che si occupasse di alcune cose. Pensavo lo facesse apposta. Mi irritava al punto che l’ira mi accecava e alzavo le mani e la voce. Ma so che ho sbagliato".

Secondo Lei quali cose sbagliava sua moglie?

"Ma.. un po' tutto, ma tutte cose futili, ad esempio metteva le lenzuola di flanella che io odiavo.. lavava i piatti a mano e non usava la lavastoviglie, si pettinava i capelli e lasciava la spazzola piena, andava a fare la spesa nel supermercato più caro, dimenticava di comprare qualcosa che le avevo chiesto, cose così.. E quando accadeva ero assalito da un impulso incontrollabile. Pensavo lo facesse apposta per innervosirmi, per sfidarmi e non riuscivo ad accettare questo pensiero".

Non ha mai pensato che sua moglie avesse il diritto di fare le cose semplicemente come voleva?

"No, in quel momento non pensavo lo avesse, credevo lei mi dovesse rispetto e .. non assecondandomi me lo negava. Ma ora l’ho capito, so di aver sbagliato".

Ripete che sa di aver sbagliato, cosa ha capito?

"In questi anni di carcere e di solitudine ho fatto molte sedute con lo psicologo e ancora adesso seguo terapie settimanali. Ho capito che non è scontato che io abbia ragione, e in ogni caso non posso obbligare con la forza nessuno a fare quello che voglio io. Non è giusto e basta. Ho capito che non si ama così e che ho fatto del male a mia moglie e di riflesso ai miei figli. Ho capito che M. ha fatto bene a denunciarmi.. io ho rovinato tutto e ho perso tutto".

Come sono i rapporti oggi con la sua ex moglie e i suoi figli?

"Non ho rapporti con la mia ex moglie. Vedo i miei figli una volta al mese e mai da solo.. il piccolo non si ricordava di me. Entrambi sono diffidenti e non si lasciano toccare. E’ da poco che abbiamo cominciato a rivederci, sono cambiato e spero di fargli riacquistare fiducia in me. Vorrei che conoscessero anche la mia compagna appena le cose andranno meglio. Voglio dimostrargli che sono veramente cambiato".

E' consapevole che il suo cambiamento, se reale, può essere un punto per ripartire ma non potrà cancellare, il dolore, l’umiliazione, la sofferenza che ha inferto alla sua ex moglie e ai suoi figli?

"Si, conosco le mie colpe e soffro tanto per quello che ho fatto. Ma anche per il loro bene, vorrei riuscissero a perdonarmi, io ci sto provando con me stesso ed è il primo passo per stare meglio".

Da donna e madre è stato difficile ascoltare in modo imparziale, la voce di un uomo che si è macchiato di errori così ignobili e spregevoli. Questo però è anche un caso in cui la detenzione forse ha funzionato nel suo ruolo di rieducazione e redenzione, oltre ovviamente al percorso terapetutico che è stato fondamentale. Auguro ad Antonio di ricordare sempre che amare non vuol dire vincere una sfida, in amore non esiste il forte e il debole. Amare significa avere cura, accarezzare, rispettare, sorridere. Auspico che sia sempre in grado d’ora in avanti, di accettare le sue debolezze e di ricordare che la violenza non risolve niente ma al contrario distrugge in modo irreparabile. Il mio plauso a M. per il coraggio che ha avuto nel denunciare l’uomo che amava salvando se stessa, i suoi figli e .. perfino lui. Le auguro di incontrare,se non è già accaduto, un uomo che sia degno di essere chiamato tale. E auguro di cuore ai suoi bambini di riuscire a beneficiare del cambiamento del padre ,curando così quelle ferite che soltanto un amore sano e paziente, può risanare.

 

Marianna Alonzo

  

 

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