“Forcella è stata sempre casa dei Giuliano : persone nostre, cresciute in questi vicoli che hanno patito come noi la fame” : queste le dichiarazioni ancora oggi raccolte a Forcella da numerosi residenti di mezz’età che rimpiangerebbero i Giuliano e gli anni in cui lo storico quartiere partenopeo era roccaforte del clan Giuliano.  Luigi, Salvatore, Nunzio, Guglielmo, Raffaele, Carmine ed Erminia Giuliano (Celeste): questo il gotha del clan che per decenni ha governato gli affari illeciti su buona parte di Napoli e con grandi influenze in provincia. Per comprendere lo spessore criminale e la mentalità di Luigi Giuliano riproponiamo passaggi di un’intervista che il boss rilasciò anni addietro. “Alla base di quello che voi chiamate sistema c’è lo scugnizzo che io definisco simile ad un pipistrello: solo se sfiora persone lontane dal nostro modo di sopravvivere, di affrontare la vita da un basso maleodorante e senza sole, provoca panico, terrore, perché si ha l’impressione di interagire con un essere proveniente da un altro pianeta. Un bambino scacciato dalle cosiddette persone per bene come un appestato.

E’ capitato anche a me da piccolo: una signora di livello sociale superiore si rifiutò di lanciarmi il pallone che le era rotolato vicino ammonendo contemporaneamente il figlio che portava per mano dal frequentare gente come me. Fu allora, dinanzi ad un immotivato gesto di tale disprezzo. che decisi fermamente di intraprendere la strada che poi ho percorso, di diventare un boss per prendermi quello che la società ingiustamente mi aveva sempre negato”. Oggi paradossalmente tra baby gang emergenti e sparuti gruppi di lontani parenti dei Giuliano il cuore storico di Napoli, con particolare riferimento a Forcella, è continuamente investito da lotte di camorra per il controllo degli affari illeciti sul territorio.

 

Tra i clan che vorrebbero impossessarsi definitivamente della zona i Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, nipoti del super boss Michele Zaza e imparentati con gli stessi Giuliano (la figlia di ‘o re sposò infatti il figlio di Vincenzo Mazzarella) che non avrebbero mai digerito la decisione di Lovigino Giuliano di collaborare con lo Stato. Negli stessi vicoli dove una volta Luigi Giuliano e i fratelli da ragazzini giocavano a dividersi Napoli con un coetaneo della Sanità, Giuseppe Misso, (come poi avvenne in realtà) oggi orde di sbandati cercherebbero di ricalcare le orme di quelli che per loro restano miti pagando lo stesso abbandono sociale da parte delle istituzioni. “Non hanno gli attributi:– ci ha detto con ironia un’anziana residente a Forcella – quando c’era Luigi Giuliano a Napoli nemmeno il vento soffiava senza il suo permesso. Questi non sono nemmeno l’ombra di quella gente”. Parole che lasciano veramente poco spazio a qualsiasi positiva interpretazione.

 

Alfonso Maria Liguori

 

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