Consiglio Comunale sciolto per infiltrazioni camorristiche prima a Castellammare di Stabia e poco dopo a Torre Annunziata. Come un fiume di guano la mala politica continua ad inquinare un'area dalle potenzialità incommensurabili sotto ogni profilo. Quello che colpisce di più sono le evidenti discrepanze che legislatura per legislatura scandiscono i ritmi operativi di tante amministrazioni comunali nel vesuviano, per lo più composte sempre dalle stesse persone o da loro "referenti", con particolare riferimento ai diversi gradi di parentela. Ci si interroga sulla legittimità di elezioni a questo punto molto discutibili al pari di campagne elettorali combattute a suon di quattrini e promesse occupazionali. Ormai in certe realtà prosperano solo determinati casati pronti a foraggiare eserciti di servi compiacenti pur di accrescere il proprio potere. In mezzo gli onesti cittadini che nauseati da vergognosi teatrini finiscono con l'allontanarsi dalla scena politico -amministrativa nella certezza che il paese sia "veramente del paesano", nell'accezione peggiore del termine. Ai cosiddetti "stranieri" è dato campo libero fin quando apportano acqua ai mulini che contano: in mezzo enormi greggi di pecore che non osano ribellarsi, figurarsi denunciare, nella speranza di raccogliere qualche briciola caduta dal tavolo di chi siede nella stanza "dei bottoni". Tutti bravi, buoni, leali e soprattutto votati al rispetto della meritocrazia: basta leggere qualche articolo pubblicato su giornali ben noti nel vesuviano per comprendere il livello di lucida follia raggiunto da chi, con incredibile naturalezza, continua a parlare di piccole svizzere alle falde del vulcano più famoso d'Europa. Spesso inutili  quando non deleteri i  social, orami in balia di chi ha compreso che basta nascondersi dietro anonime pagine, usando un minimo di astuzia,  per poter sparare a zero contro chiunque eludendo di fatto il rischio di essere denunciati per diffamazione aggravata. Tutto studiato a tavolino, strategie tipiche di menti fallite, alienate o peggio completamente manipolate dai sostenitori storici del "divide et impera". Intanto il tempo passa, mesi, anni e con esso svaniscono i sogni e le aspirazioni di intere generazioni ree solo di non "appartenere" a Tizio o Caio. In comuni dove anni addietro lo stesso concorso  era vinto anche da 3 fratelli, dove si vociferava di tariffari per superare le selezioni senza che poi alcuna denuncia formale sia mai pervenuta alle autorità competenti ci si chiede quanto possa essere realmente cambiato. A giudicare dall'assenza di avvenimenti "rivoluzionari" o ricorsi dobbiamo desumere tutto: un dato che dovrebbe confortarci, sempre che prima riuscisse a convincerci. Sul punto rimaniamo moderatamente pessimisti. Finché purtroppo le persone si limiteranno ad "inciuciare", bisbigliare per poi negare pubblicamente nulla cambierà in realtà vesuviane da sempre martiri del crimine organizzato, soprattutto quello in "giacca e cravatta". Onore al volontariato e alle associazioni che dovrebbero però seguire sempre determinati principi...spesso così non è. Egocentrismi, brame di visibilità ad ogni costo non hanno nulla a che fare con la solidarietà. "Io speriamo che me la cavo?": in certi scenari non c'è veramente da augurarselo perché suggellerebbe  di fatto l'appartenenza a qualche tipo di "sistema" in profonda antitesi con la legalità e il vivere civile. 

 

Alfonso Maria Liguori

 

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