L'amore non dovrebbe conoscere colore né credo religioso. Troppo spesso invece il razzismo penalizza ancora le comunità. Parliamo tanto di solidarietà, crollo delle barriere mentali che impediscono di accettare l'altro per quello che è e non per la provenienza etnica o magari per come chiama Dio. In realtà nell'ombra, dietro le quinte, siamo spesso tanto ipocriti quanto razzisti della peggiore risma, quella che inneggia alla fratellanza universale guardando invece con disprezzo tutto ciò che si allontana dai suoi ottusi schemi comportamentali. Antitesi della cultura, intesa nell'accezione piu' alta del termine, espressione di limiti cognitivi e complessi mai superati. "Ho sempre guardato un essere umano - ha dichiarato Martina, attivista sociale partenopea- per il suo comportamento, per la correttezza con la quale interagiva con il prossimo non certamente per dettagli irrilevanti come il colore della pelle o l'orientamento religioso. Noi napoletani siamo, come amava definirci l'Ing. Luciano De Crescenzo, un popolo d'amore...o almeno dovremmo esserlo a giudicare dalla tradizione storico- culturale che ci contraddistingue. Spesso, purtroppo, così non è: vergognosi episodi di bullismo, spesso a sfondo razzista, richiamano alla memoria tristi pagine della storia testimoniando nel contempo come tragedie umane di proporzioni bibliche non ci abbiano insegnato nulla.  *Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli*: quanto le parole di Martin Luther King dovrebbero scuotere le nostre coscienze, anestetizzate dal consumismo  e prostituite alla sub cultura dell'apparire che lascia sempre meno spazio all'essere. Abbiamo il dovere di inculcare nelle nuove leve sentimenti filantropici degni di un componente della cosiddetta società civile, trasmettere un modus operandi che valichi l'orizzonte della mediocrità per sposarsi con il senso di appartenenza globale ad un Pianeta che stiamo incoscientemente tentando di distruggere in ogni modo". Parole forti, toccanti, proferite da una Signora che della correttezza e del rispetto per chi le vive accanto ha fatto ragione di vita. Complimenti Martina, possa il suo accorato appello essere recepito in modo adeguato da chi un domani erediterà questo nostro mondo.

 

Alfonso Maria Liguori