La sindrome del precario affligge milioni di lavoratori Stress, ansia, frustrazione, notti in bianco e depressione sono infatti le dirette conseguenze del vivere costantemente in uno stato di incertezza tra contratti di lavoro in scadenza, dubbi sul rinnovo e spettro della disoccupazione all’orizzonte. Una costellazione di sintomi che ha già un nome, "sindrome del precario" e un’estensione epidemica passano le notti in bianco e la mattina arrivano al lavoro con l’ansia e il cuore in fibrillazione perché ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e la cattiva notizia può arrivare all’improvviso e da chiunque. La sospettosità che ne deriva è infatti un altro elemento chiave della sindrome del precario: datori e superiori diventano nemici pronti a colpire e ogni collega è un potenziale traditore. Uffici e fabbriche vengono vissuti come fossero alternativamente campi di battaglia o palcoscenici in cui mettersi in mostra cercando di evitare il peggio. Il capo va accontentato sempre e comunque, ma una volta tornati a casa la rabbia repressa si sfoga. E a farne le spese sono le persone più care, amici e familiari.

Il fisico manifesta Tachicardia, insonnia, tensione, dolori articolari, mal di testa sono infatti i primi sintomi; i quali nascondono la paura di essere licenziato. Questa realtà purtroppo attanaglia molti italiani ed è necessario aiutare a prevenire i disagi psicologici che si stanno diffondendo troppo velocemente nel nostro Paese. Fondamentale ed utile mantenere la calma per salvaguardare qualità e produzione e sperare di resistere così alla crisi. L’intervento psicologico è indispensabile per gestire al meglio l’instabilità che attanaglia i lavoratori.

 

Dottoressa Ester Di Rosa