Quarant'anni fa giunsi ad Ercolano perché mia madre insegnava lettere presso la Scuola Media Statale "Ungaretti" situata, all'epoca, a ridosso della Basilica di S. Maria a Pugliano.  Si chiamava Maria Concetta Fabbrocino, anzi Professoressa Maria Concetta Fabbrocino, titolo che le apparteneva di diritto (non è più purtroppo) in un contesto dove spesso la gente si attribuisce qualifiche che non ha. Prima da studente, poi da giornalista-lavoratore ho avuto modo di conoscere le complesse dinamiche che animano una città bella e dannata. Poche luci, tante ombre, troppe inefficienze: sintetizzerei così l'idea che mi sono fatto di una realtà vesuviana a cui è mancata un'adeguata crescita sociale e civile indispensabile a fare la differenza in positivo. Più o meno scontati guazzabugli politici hanno tristemente evidenziato i limiti di un paese in cui a comandare sono in realtà pochi nuclei familiari. Parlare di voto di opinione ad Ercolano adesso come 40 anni fa appare ridicolo: le tante persone perbene che fortunatamente animano i luoghi spesso si allontanano dagli stessi ed in particolare dalla scena politica locale riponendo nella stessa fiducia pari allo zero. Da mia madre ho ereditato l'attenzione per "gli ultimi", il rispetto per il prossimo con particolare riferimento alle donne, sempre vittime di violenze e discriminazioni. Per anni, attraverso i giornali con i quali ho collaborato e attualmente nel mio blog giornale on line, ho pubblicizzato le qualità lavorative, accademiche, sportive, professionali del gentil sesso riscuotendo dallo stesso grandi soddisfazioni. Tuttavia questo mio impegno mi ha portato a dover denunciare per diffamazione aggravata una pagina di Facebook, tra l'altro in pieno covid, che nascosta nell'anonimato e tutelata da regole del social legate alla giurisprudenza americana, attacca, su commissione di qualche potente, Tizio e Caio prendendo foto dai profili e scrivendo commenti osceni, volgari, al solo scopo di screditare e ridicolizzare la vittima di turno.

Basti pensare che sono state prese di mira persone diversamente abili e che certi post sono stati conditi da tantissimi like/emoticon per comprendere l'abbrutimento sociale in cui vegeta una parte di Ercolano. Durante la pandemia mi sono adoperato per pubblicizzare, in termini gratuiti, attività e associazioni, tentando come potevo di dare una mano in una parentesi veramente drammatica della nostra storia. Nel corso del tempo ho avuto modo di conoscere scorretti sindacalisti, giullari di corte, professionisti della domenica forti solo di patrimoni familiari e agganci ad un certo livello in ambienti istituzionali. Pedine massoniche e servi di logiche bancarie pronti a cavalcare l'onda accumulando quanto più potere e soldi. Raramente ho sentito parlare delle tante famiglie indigenti di Ercolano in modo sano, ancor più raramente di una mano da tendere alle stesse senza pretendere nulla in cambio, soprattutto in periodo elettorale. Voti accaparrati con buoni spesa, bollette pagate, spese alimentari recapitate a domicilio. Senza generalizzare, non è mio costume, ho visto giocare sporco in un assordante silenzio. Come non menzionare poi attuali rappresentati politici e amministratori ercolanesi doc ma per decenni con la "puzza sotto il naso" nei confronti dei concittadini e frequentatori della vicina Portici perché ritenuta di rango superiore. Figure che al solo nominare Ercolano, originarie dei luoghi da generazioni, storcevano il naso così come si fa quando si avverte un odore nauseabondo.

Individui che violando le normative vigenti hanno iscritto i propri figli in età d'obbligo scolastico a Torre del Greco o a Portici snobbando palesemente Ercolano. Mai capita poi la questione di Via Doglie, con una caserma costruita per ospitare i Carabinieri a ridosso del semaforo che precede l'angusto ponticello della circumvesuviana abbandonata quale monumento all'incapacità e alla malafede di chi ha governato per anni la città. Via Doglie, oggi Miglio d'Oro, necessiterebbe di interventi seri che potenziassero la sopracitata stazione della circumvesuviana utilizzata da tantissimi studenti/lavoratori, favorendo nel contempo la viabilità quotidianamente congestionata per la presenza di numerosi istituti scolastici.  Ci sarebbe ancora tanto da dire ma preferisco confidare, per altre vicende, nel lavoro della Procura della Repubblica e delle forze dell'ordine a cui indiscussa va la fiducia di ogni onesto cittadino. Conclusione: Ercolano è un "presepe" bellissimo ma tanti "pastori" proprio non sono riusciti bene. Ricordo il commento di un caro amico tempo addietro:" Ercolano è una bella figliola di madre sciagurata". Mi auguro che i giovanissimi non cadano nella trappola del clientelismo ma trovino nell'istruzione strumento di riscatto non solo personale ma comunitario. La dignità non ha prezzo!

 

Alfonso Maria Liguori

 

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