Cambiamo strada quando vediamo un gatto nero. Non appoggiamo mai il cappello sul letto, sia mai che porti sfortuna. E no, il numero 13 proprio non ci piace. Le superstizioni sono di tutti, arrivano a tutti e influenzano tutti . Ma c'è da chiedersi perché abbiamo assunto questi atteggiamenti un po' strani, è vero, ma decisamente comuni: il motivo è da trovare centinaia di anni fa, nelle leggende e nei miti dell'antichità. Da sempre gli esseri umani si sono affidati ad oggetti, simboli, animali, alberi per trarre forza vitale, positività in questo cammino terreno esorcizzando nel contempo negatività e frustrazioni. Quante volte abbiamo letto di filtri d'amore, amuleti magici e pozioni salva vita: oggi poco o nulla è in realtà cambiato e questi "romantici" espedienti sono stati sostituiti da formulari moderni, magari informatici, qualche volta frutto della fervida immaginazione di qualche vip sulla cresta dell'onda. In realtà recenti studi hanno evidenziato come il cervello possa immagazzinare input apparentemente irrazionali attribuendo, per ragioni ad oggi ignote, agli stessi influenze buone o cattive. A monte giocherebbe un ruolo importante il vissuto del soggetto: sofferenze d'amore, drammi familiari e lutti precoci renderebbero le persone particolarmente vulnerabili all'influenza di un "quid" che possa incidere su quello che sembra un destino segnato. A volte i ricordi si mischiano nella memoria come un cocktail di cui è difficile distinguere i sapori: di conseguenza in numerose occasioni crediamo, in buona fede, di dire la verità ma in realtà promuoviamo solo la nostra versione della stessa. Ecco che un fatto oggettivo non è piu' tale distorto da una serie di componenti alle quali attribuiamo poteri singolari, talvolta malefici talvolta benefici. Se la religione condanna fermamente determinate pratiche la tradizione popolare le promuove con la semplicità di chi ha sempre dovuto combattere per sopravvivere. Quando ad una persona il fato ha tolto praticamente tutto, quando si è vissuto di stenti, si sente il bisogno di affidarsi a qualcosa di soprannaturale,  extra terreno,  incorruttibile. Sbagliato cercare alibi nella mancanza di cultura: noti  scienziati, musicisti, sportivi, giuristi, industriali  sono stati fino all'ultimo respiro fortemente scaramantici, quasi ossessivi nel perseguire determinati comportamenti pur di trarne il massimo vantaggio. In sintesi: negatività e positività esistono nella misura in cui riusciamo a gestirle in modo equilibrato, senza cadere nella trappola della superstizione patologica. 

 

Alfonso Maria Liguori

 

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