Imprenditori cinesi "intoccabili" a Napoli: il sistema avrebbe stretto accordi a monte di un business colossale. Basta osservare l'incredibile tranquillità con la quale operano gli orientali in zone ad alto rischio criminale della città per comprendere il livello di protezione che li circonda. La camorra, quella che conta, si sarebbe gemellata con i laboriosi imprenditori dagli occhi a mandorla traendone enormi profitti. Una sorta di assicurazione preventiva che proteggerebbe a 360° le attività cinesi. Imprese che muoverebbero liquidità da capo giro in barba alla paurosa recessione economica in atto nel Paese. Il quadro sotto il profilo criminale a Napoli e nell'hinterland è oltremodo complesso: con il pentimento di vecchi capi della Nuova Famiglia e il ritorno in auge di boss "ombra" abili ad armare e manovrare nuove leve camorristiche il territorio partenopeo è paragonabile ad una bomba ad orologeria destinata prima o poi ad esplodere. Gli ultimi fatti di sangue registrati nella zona orientale la dicono lunga sul livello di tensione raggiunto: in questo marasma baby gang tenterebbero il colpaccio aggredendo con inaudita ferocia storici sodalizi criminali indeboliti da arresti eccellenti e confische. Il porto di Napoli segnerebbe la linea di confine tra due logiche malavitose: una basata su interessi internazionali e animata da un esercito di colletti bianchi, l'altra animata da elementi violenti ai limiti dell'analfabetismo, capaci solo di premere il grilletto e vivere alla giornata senza pianificare alcunché di duraturo. Tante le attività di copertura: dai distributori di carburante alle fittizie società di trasporti, dalle catene di distribuzione alimentare alle attività ludico-ristorative presenti ormai ovunque a Napoli e in provincia.

 

"Radio mala" mormorerebbe di una guerra di camorra imminente che potrebbe concretizzarsi in occasione del prossimo Natale: un regolamento di conti combattuto a suon di morti ammazzati per strada, l'apocalisse del vecchio modo di stare, come si dice nella capitale del Mediterraneo, " miez a via". Particolare sicuramente non sfuggito ai cinesi che di fatto non vogliono entrare in alcun conflitto di camorra, limitandosi a tutelare i propri interessi con una strategia infiltrativa degna di James Bond. Gli orientali hanno compreso da subito che per comandare occorre possedere la maggioranza delle azioni di attività impegnate nei più svariati settori: quello che succede poi  nei piani bassi, tra la manovalanza, poco importa: il dio denaro non prevede sconti né debolezze di sorta. Stendiamo  un velo pietoso sul lassismo di chi dovrebbe vigilare su determinate dinamiche: sono anni che sfiduciati ci chiediamo chi debba "controllare il controllore". Nel vortice del "mangia mangia generale" gli onesti cittadini perdono giorno per giorno fiducia nelle istituzioni, nell'efficienza di una macchina pubblica in "coma" da anni. In sintesi: la Cina chiama e la camorra risponde "presente".

 

Alfonso Maria Liguori

 

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