In demografia col termine fertilità si intende la capacità biofisiologica posseduta da un individuo o da una coppia di produrre figli, indipendentemente dal fatto che tale capacità venga effettivamente esercitata: è l'attitudine a concepire. La sterilità rappresenta il suo contrario. La fertilità, sia maschile che femminile, risente dei normali processi di invecchiamento dell’organismo, mutando con l’avanzare dell’età. Nell’uomo il processo di produzione degli spermatozoi non si interrompe con l’invecchiamento, ma diminuisce gradualmente e peggiora di qualità, in relazione ad un graduale declino dei livelli di ormoni e al comparire o peggiorare di diverse patologie andrologiche. Nella donna, invece, l’età gioca un ruolo molto importante sulla capacità riproduttiva. Per una scelta consapevole è importante che le giovani donne siano informate sul fatto che la “finestra fertile” femminile è limitata e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell’età. La donna, infatti, nasce con un numero prestabilito di follicoli, le strutture che contengono gli ovociti, che si esaurisce progressivamente senza possibilità di rigenerarsi. La fertilità della donna, quindi, risulta massima tra i 20 e i 30 anni, subisce poi un primo calo significativo, anche se graduale, già intorno ai 32 anni e un secondo più rapido declino dopo i 37 anni, fino ad essere prossima allo zero negli anni che precedono la menopausa, che in genere si verifica intorno ai 50 anni. L’ingresso nella fase di subfertilità o infertilità avviene in genere intorno ai 40 anni, ma in alcuni casi può essere anche più precoce Inoltre, all’aumentare dell’età si riduce la capacità dell’endometrio di interagire con l’embrione, e si verifica un incremento dell’incidenza di endometriosi e di fibromi. L’aumento dell’età materna registrato negli ultimi anni, quindi, è in parte responsabile di un aumento del rischio di infertilità e di minore probabilità di portare a termine una gravidanza, tra cui: aborti spontanei e morti fetali endouterine, gravidanze ectopiche, parti pretermine e patologie genetiche come la trisomia 21. I numerosi progressi in ambito medico, grazie anche alle tecniche di procreazione medicalmente assistita oggi disponibili, possono facilitare e risolvere alcuni fattori meccanici e non, di sterilità ma non possono modificare la diminuzione della quantità e qualità degli ovociti correlato biologicamente all’età femminile.

 

Alfonso Maria Liguori

 

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