La superstizione affonda le sue radici in antiche e lontanissime credenze popolari, e ha come presupposti la magia e il soprannaturale. La superstizione per alcuni, è ancora oggi, la risposta irrazionale a fatti e avvenimenti che altrimenti, con la logica, sarebbe complicato accettare. Per i superstiziosi esistono determinati gesti e definite azioni che sarebbero beneauguranti per eventi futuri oppure ritenuti antidoti contro la sfortuna. Finchè un atteggiamento scaramantico si limita ad esprimere un desiderio alla vista di un arcobaleno o di una stella cadente, piuttosto che regalare come buon augurio oggetti a forma di ferro di cavallo o di una coccinella, non lede nessuno e nel valutarli, si può anche sorridere, quando però la superstizione influisce sui pensieri e sulla condotta di vita delle persone allora può diventare un problema. L’Italia è un paese di scaramantici e superstiziosi di quelli che “non si sa mai” ma, sicuramente, in questo, il popolo partenopeo la fa da maestro. Non soltanto, come comunemente si pensa, negli ambienti culturalmente arretrati, ma anche nell’alta borghesia e perfino nella nobiltà. E questo perché in realtà, per il napoletano, la credenza scaramantica è il patrimonio” spirituale” ,il tratto distintivo, ereditato da un difficile passato. La storia narra di tiranniche dominazioni, di miseria e sventure che colpirono la popolazione partenopea che, come stratagemma per ingannare la mente, ricorse all’utopia. La superstizione infondo altro non è che l’illusione di poter superare i timori e la paura dell’ ignoto con riti e rituali che donino un po' di sicurezza.

Tra le più classiche credenze napoletane ci sono sicuramente Il malocchio ovvero la capacità o potere dello sguardo di procurare intenzionalmente danni alle persone e il famoso il corno rosso ritenuto un potente amuleto della fortuna. C’è chi, storcendo il naso verso questo argomento ,lo ripudia ritenendolo frutto di ignoranza e di convinzioni sbagliate e sorpassate , e in effetti il progresso e l’approfondimento delle conoscenze smentirebbe, stanandole tutte le superstizioni. Eppure l’essere umano in generale, quando non ha evidenze scientifiche che danno risposte chiare e certe ad alcuni fenomeni particolari cerca sempre delle ipotesi alternative. Basta pensare a quanti sostenitori della scienza che hanno basato le loro certezze sul metodo scientifico hanno poi scelto alternative come l’aromoterapie, naturopatia, omeopatia. Tuttavia ,a parte , l’aspetto goliardico delle superstizioni vi è anche quello tragico che sconfina in atti di crudeltà insensata verso persone che vengono incolpate di. Va assolutamente condannato chi ,oltrepassando il buon senso sconfina nella crudeltà di incolpare in maniera velata o palese, una persona di portare sfortuna.

Purtroppo ci sono molti esempi di persone, anche note , di giovani e perfino bambini che sono stati bollati come portatori di iella, e rendendo i loro giorni un inferno, i più disperati e fragili, non reggendo il peso di quell’ingiusta colpa, hanno messo fine alle loro vite. E la colpa in questi casi può essere data ad una credenza o a una tradizione? No, la colpa è sempre di chi sceglie di attaccare, colpire e infine uccidere un proprio simile. La colpa è di chi senza un briciolo di sensibilità e civiltà sceglie di portare all’esasperazione una persona solo perché per un suo limite non ne accetta la diversità. La cattiveria, come la bontà è una scelta, come lo è credere in superstizioni e scaramanzie, se poi c’è un fondo di verità o è solo frutto di ignoranza, ognuno avrà la sua idea. Ma sono sicura che tanti sposano il pensiero del grande Eduardo De Filippo.. non è vero ma ci credo!

 

Marianna Alonzo

 

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