L'invidia ad Ercolano anima ancora la vita di troppe persone: incapaci di percorrere un proprio iter passano il tempo a criticare quello altrui. Ovviamente dietro le quinte, alle spalle, nei tombini, le cosiddette "saittelle", e mai in viso all'oggetto del loro  dissenso. Ominicchi e damine bianche farebbero molto meglio ad occuparsi delle proprie faccende, soprattutto quando poi si ricoprono ruoli pubblici, invece di gettare fango su chi nel 90% dei casi conoscono appena. Cosa fa fare la gelosia a gente senza onore, poveracci e poveracce che a discapito del potere economico di cui dispongono non hanno ancora imparato a "campare". La bellezza è un dono, come l'intelligenza, la sensibilità, il prodigarsi in favore di chi è meno fortunato. Ognuno è splendido nella sua unicità. Penso in particolare alle persone diversamente abili, a quello che danno di buono alla società, a quanto insegnano ad ognuno di noi, i cosiddetti "normali". Mi sa che su questo ultimo concetto dovremmo compiere attenta analisi nonché esame di coscienza. Sempre che esista ancora una coscienza in certa gentaglia, buona solo a seminare zizzania senza essersi mai minimamente preoccupata di chi versa in precarie condizioni esistenziali. A mia figlia insegno giorno per giorno ad amare, a guardare con prudenza ma positività alla vita, soprattutto a non fare stupide discriminazioni indegne di un componente della società civile.

Ad Ercolano è possibile assistere alle rappresentazioni di scarne comparse: farse che fanno rimpiangere le indimenticabili interpretazioni del compianto artista Mario Merola. Lacrime di coccodrillo e veleno nel cuore caratterizzano maschere brutte e scontate, pronte a tutto pur di avere un secondo di notorietà. Si , perché per alcuni individui criticare tutto e tutti vuol dire prendere punti: a patto che le vittime siano nel libro nero del potente di turno, il primo a sghignazzare fingendo di manifestare dissenso verso certi comportamenti. "Iamm bell", il paese è del paesano, con i problemi che affliggono Ercolano sarebbe veramente giunto il momento di fare le persone serie. In merito, nei confronti di molti, resto veramente pessimista. “Non si deve invidiare nessuno; i buoni non meritano invidia; per quanto riguarda i cattivi, più hanno fortuna e più si rovinano”: quanto aveva ragione Epicuro, quanto dovremmo rifarci alla cultura classica per superare retaggi infami figli di rancori mai sopiti e dispute familiari arcaiche. Per quanto riguarda poi i leoni da tastiera li stiamo aspettando da anni per offrirgli un buon caffè in qualche noto bar del paese, così come si fa tra persone civili. Peccato che non si sia mai visto nessuno/a: avevo anche pensato di rivolgermi al noto programma televisivo "Chi l'ha visto" per avere notizie degli eterei, capaci di materializzarsi solo dietro la tastiera di un pc. 

 

Vincenza Liberti 

 

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