L'amicizia è un bene prezioso da non sottovalutare mai. Quando inciuci e pettegolezzi non bastano a minare la lealtà delle persone. C'è chi non si ferma alle apparenze, non da credito alla cattiveria della gente né al cinismo che spesso contraddistingue le nostre comunità. Cerca da solo la verità dando il tempo all'altro di farsi conoscere per quello che realmente è. Ecco le fondamenta di una vera e profonda amicizia basata sul rispetto e sulla stima reciproca. E' quello che è capitato con il direttore di questo blog giornale online, Alfonso Maria Liguori, con il quale ho il piacere di confrontarmi e affrontare tanti temi legati al sociale e a quanto avviene intorno a noi quotidianamente. Purtroppo sempre più spesso assistiamo a finti rapporti, amicizie finalizzate al raggiungimento di un tornaconto personale di varia natura. Un esempio pessimo per le nuove generazioni, per chi si affaccia alla vita con sempre crescente timore e diffidenza. A noi il compito, il dovere, di insegnare ai nostri figli la tutela del prossimo, il rispetto per le scelte altrui e soprattutto per il vissuto personale di ogni individuo. Invidie mai sopite, complessi, frustrazioni portano spesso dame bianche e "omuncoli" a sparlare di chi nemmeno conoscono.

Un atteggiamento tanto miserabile quanto meschino, tipico di chi è abituato a vivere nel sotterfugio e nella menzogna. Impariamo ad essere più umani, coscienziosi, ad operare insieme e non uno contro l'atro. Il paese "è del paesano": teniamolo bene a mente prima di fare pessime figure che nella stragrande maggioranza dei casi scaturiscono dalla nostra stessa stupidità. Quanto poi ai leoni da tastiera, a chi si diverte a prendere qua e la foto e post sui social per dare vita a squallide e volgari satire toccando a volte argomenti che meriterebbero solo rispetto per la drammaticità che li caratterizza, sono l'espressione pura dell'infimo livello raggiunto da una parte della società. Solo da ignorare. Ai finti buonisti, a chi crede di poter sentenziare sulla vita altrui  come se fosse senza macchia o peccato, rammento che non siamo eterni, esortandolo a spendere in modo qualitativo e non quantitativo la propria esistenza. Chi poi ha qualcosa da dirci sa bene dove trovarci: da persone per bene sarà un piacere offrirgli un caffè e ascoltare le sue dimostranze. Ad oggi devo dire che se i bar avessero puntato su questi presunti caffè sarebbero falliti. 

 

Vincenza Liberti

 

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