Il fenomeno della prostituzione sarebbe in pieno aumento a Napoli e nell'hinterland. Motore portante internet con i tanti siti d'incontri. Una holding del sesso dove è possibile accontentare il più esigente erotomane. Fin troppo esplicite le immagini che pubblicizzano le prestazioni offerte dalle professioniste del sesso: parliamo di studentesse appena maggiorenni, insospettabili casalinghe, professioniste, impiegate pronte a soddisfare la sempre crescente clientela. Semplice lo schema: contatto telefonico, presentazione con minuziosa descrizione delle prestazioni offerte, appuntamento a casa di lei o in albergo "sicuro" dove al cliente viene offerta la possibilità di non farsi vedere alla reception ( a sbrigare le formalità burocratiche la professionista del sesso). Grande richiesta per i trans: medici, avvocati, giudici, imprenditori troverebbero sollazzo nei rapporti con il terzo sesso senza badare a spese. Si parte da un compenso base di 50 euro ( più la stanza in caso di rapporto in hotel) per superare i 1000 euro. A lievitare i costi lo spessore della escort, location, optional da utilizzare per rendere suggestiva ed intensa la performance.

C'è poi la possibilità di acquistare farmaci per aumentare le prestazioni sessuali o stupefacenti, nella stragrande maggioranza dei casi cocaina. Da non dimenticare l'opzione weekend, ovvero il fine settimana da trascorrere in compagnia di compiacenti amanti a domicilio, presso residenze estive o magari in barca. Un business da capogiro, un'economia sommersa che contribuisce ad alimentare le casse della camorra. Sul fronte prostituzione la malavita partenopea si sarebbe evoluta: al posto delle violente estorsioni le manager del materasso pagherebbero ragionevoli "premi assicurativi" contro rapine, aggressioni o truffe da parte dei clienti oltre alla possibilità di variare con incredibile facilità i luoghi d'incontro. La cosa curiosa che molti sanno, vedono, eppure si continua ad ignorare un fenomeno ormai "nazional popolare". Per non parlare del mercato del sesso cinese che si appoggia a squallidi centri estetici e quello africano gestito da extracomunitari senza scrupoli che spremono oltremisura ragazze giovanissime facendole prostituire per strada in condizioni igienico sanitarie raccapriccianti. Viene da chiedersi: lo Stato cosa fa? Chi scrive ricorda bene le "lucciole" durante il lock down per il covid sparse in diversi punti di Napoli, per esempio la zona industriale, magari a poca distanza da posti di controllo delle forze di polizia. Tutto vero, negarlo sarebbe un crimine peggiore dello stesso sfruttamento. Allora proprio qualcosa non torna, le falle sono tanto evidenti, da parte delle istituzioni, quanto inspiegabili (in merito preferiamo tenere per noi le presunte motivazioni).

 

Alfonso Maria Liguori

 

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